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Areas of interest span the basic sciences of chemistry, biochemistry and microbiology, through to feee and clinical /25238.txt, in the areas of mycobacterial pathogenesis and TB drug discovery research. Honorary Professor at UCT. His primary research interests are C-type lectin receptors and their role in homeostasis and immunity, with a particular focus on antifungal immunity.
His research interests revolve around investigating immune regulation and dysregulation in the context of HIV infection or exposure. He focuses on Immune nombre y clave para stellar phoenix photo recovery 6.0 free in HIV exposed infants, placental investigations and pre-term birth, and epithelial immunity in the foreskin. Her Research Unit is involved with clinical research, epidemiology and operational research, and is a treatment site for HIV infected adults and children.
Her research interests include HIV vaccine research, microbicide research and other biomedical and behavioural interventions, and she is an investigator in testing two HIV vaccine regimens in late stage clinical development.
He has been an author on over manuscripts in the field of infectious diseases gecovery has an extensive track record in infectious diseases research and practice covering clinical, laboratory and epidemiological aspects. He is an HIV and TB immunologist focused on studying the immune response to these pathogens in affected tissues, and how this relates to what can be observed from the blood. The research goal is to improve understanding of the immunopathology of TB and HIV, using this information to aid in developing novel therapeutic approaches and diagnostic biomarkers.
His research has centered on understanding the mechanisms by which the human immune system recognises the Нажмите чтобы перейти tuberculosis M.
His work has a strong translational component, asking if both classically and non-classically restricted T cells are associated with infection with M. The translational significance of this research is centred on informing the development of novel vaccines and diagnostics for childhood TB. Her current research focuses on HIV broadly neutralising antibodies and their interplay with the evolving virus.
Recent studies published in PloS Pathogens, Nature and Nature Medicine have highlighted the role of viral escape in creating new epitopes and immunotypes, thereby driving the development of neutralisation breadth, with implications for HIV vaccine design. Research interest in tuberculosis and in developing and testing point of care diagnostics suitable for the developing world.
More specifically, the reconstitution of the immune response during antiretroviral treatment, in order to identify correlates of protection including immune mechanisms that lead to pohto susceptibility to TBand pathogenesis such as the Tuberculosis-Associated Immune Reconstitution Inflammatory Syndrome, TB-IRIS ; the biosignature of the TB infection spectrum, nombre y clave para stellar phoenix photo recovery 6.0 free latent infection to active disease; preventing TB infection in HIV infected people more redovery and the pathogenesis of tuberculous meningitis and pericarditis.
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Stellar Phoenix 42 Codigo De Activacion En 36 – Berchtesgadener Land Blog – Quick Links
I libri sono pertanto opere letterarie. Google ha stimato che al sono stati stampati approssimativamente milioni di titoli diversi. La parola italiana libro deriva dal latino liber. Il vocabolo originariamente significava anche ” corteccia “, ma visto che era un materiale usato per scrivere testi in libro scribuntur litterae , Plauto , in seguito per estensione la parola ha assunto il significato di ” opera letteraria “.
Se ne deduce che le prime scritture delle lingue indoeuropee possano esser state intagliate su legno di faggio. La scrittura, un sistema di segni durevoli che permette di trasmettere e conservare le informazioni, ha cominciato a svilupparsi tra il VII e il IV millennio a. Quando i sistemi di scrittura vennero inventati, furono utilizzati quei materiali che permettevano la registrazione di informazioni sotto forma scritta: pietra , argilla , corteccia d’albero, lamiere di metallo.
La scrittura alfabetica emerse in Egitto circa 5 anni fa. Gli antichi Egizi erano soliti scrivere sul papiro , una pianta coltivata lungo il fiume Nilo. Inizialmente i termini non erano separati l’uno dall’altro scriptura continua e non c’era punteggiatura.
I testi venivano scritti da destra a sinistra, da sinistra a destra, e anche in modo che le linee alternate si leggessero in direzioni opposte. Le tavolette di cera erano assicelle di legno ricoperte da uno strato abbastanza spesso di cera che veniva incisa da uno stilo. Avevano il vantaggio di essere riutilizzabili: la cera poteva essere fusa e riformare una “pagina bianca”. Erano utilizzate anche le cortecce di albero, come per esempio quelle della Tilia , e altri materiali consimili.
La parola greca per papiro come materiale di scrittura biblion e libro biblos proviene dal porto fenicio di Biblo , da dove si esportava il papiro verso la Grecia. Tomus fu usato dai latini con lo stesso significato di volumen vedi sotto anche la spiegazione di Isidoro di Siviglia.
Che fossero fatti di papiro, pergamena o carta, i rotoli furono la forma libraria dominante della cultura ellenistica , romana , cinese ed ebraica. Gli autori cristiani potrebbero anche aver voluto distinguere i loro scritti dai testi pagani scritti su rotoli. La storia del libro continua a svilupparsi con la graduale transizione dal rotolo al codex , spostandosi dal Vicino Oriente del II – II millennio a.
Fino al II secolo d. All’arrivo del Medioevo , circa mezzo millennio dopo, i codici – di foggia e costruzione in tutto simili al libro moderno – rimpiazzarono il rotolo e furono composti principalmente di pergamena. Quattro son troppi? Anche nei suoi distici, Marziale continua a citare il codex: un anno prima del suddetto, una raccolta di distici viene pubblicata con lo scopo di accompagnare donativi. Questa mole composta da numerosi fogli contiene quindici libri poetici del Nasone».
Dal II secolo a. Nel mondo antico non godette di molta fortuna a causa del prezzo elevato rispetto a quello del papiro. Il libro in forma di rotolo consisteva in fogli preparati da fibre di papiro phylire disposte in uno strato orizzontale lo strato che poi riceveva la scrittura sovrapposto ad uno strato verticale la faccia opposta.
La scrittura era effettuata su colonne, generalmente sul lato del papiro che presentava le fibre orizzontali. Non si hanno molte testimonianze sui rotoli di pergamena tuttavia la loro forma era simile a quella dei libri in papiro. Gli inchiostri neri utilizzati erano a base di nerofumo e gomma arabica. Dal II secolo d. La vecchia forma libraria a rotolo scompare in ambito librario. In forma notevolmente differente permane invece in ambito archivistico. Questo mezzo, permettendo l’accelerazione della produzione delle copie di testi contribuisce alla diffusione del libro e della cultura.
Altri suoi distici rivelano che tra i regali fatti da Marziale c’erano copie di Virgilio , di Cicerone e Livio. Le parole di Marziale danno la distinta impressione che tali edizioni fossero qualcosa di recentemente introdotto. Sono stati rinvenuti “taccuini” contenenti fino a dieci tavolette.
Nel tempo, furono anche disponibili modelli di lusso fatti con tavolette di avorio invece che di legno. Ai romani va il merito di aver compiuto questo passo essenziale, e devono averlo fatto alcuni decenni prima della fine del I secolo d. Il grande vantaggio che offrivano rispetto ai rolli era la capienza, vantaggio che sorgeva dal fatto che la facciata esterna del rotolo era lasciata in bianco, vuota. Il codice invece aveva scritte entrambe le facciate di ogni pagina, come in un libro moderno.
La prima pagina porta il volto del poeta. I codici di cui parlava erano fatti di pergamena ; nei distici che accompagnavano il regalo di una copia di Omero , per esempio, Marziale la descrive come fatta di “cuoio con molte pieghe”.
Ma copie erano anche fatte di fogli di papiro. Quando i greci ed i romani disponevano solo del rotolo per scrivere libri, si preferiva usare il papiro piuttosto che la pergamena. I ritrovamenti egiziani ci permettono di tracciare il graduale rimpiazzo del rotolo da parte del codice.
Fece la sua comparsa in Egitto non molto dopo il tempo di Marziale, nel II secolo d. Il suo debutto fu modesto. A tutt’oggi sono stati rinvenuti 1. Verso il d. I ritrovamenti egiziani gettano luce anche sulla transizione del codex dal papiro alla pergamena. Sebbene gli undici codici della Bibbia datati in quel secolo fossero papiracei, esistono circa 18 codici dello stesso secolo con scritti pagani e quattro di questi sono in pergamena.
Non ne scegliemmo alcuno, ma ne raccogliemmo altri otto per i quali gli diedi dracme in conto. Il codex tanto apprezzato da Marziale aveva quindi fatto molta strada da Roma. Nel terzo secolo, quando tali codici divennero alquanto diffusi, quelli di pergamena iniziarono ad essere popolari. In breve, anche in Egitto , la fonte mondiale del papiro , il codice di pergamena occupava una notevole quota di mercato.
Sono tutti di pergamena, edizioni eleganti, scritti in elaborata calligrafia su sottili fogli di pergamena. Per tali edizioni di lusso il papiro era certamente inadatto. In almeno un’area, la giurisprudenza romana , il codex di pergamena veniva prodotto sia in edizioni economiche che in quelle di lusso.
La caduta dell’Impero romano nel V secolo d. Il papiro divenne difficile da reperire a causa della mancanza di contatti con l’ Antico Egitto e la pergamena , che per secoli era stata tenuta in secondo piano, divenne il materiale di scrittura principale. I monasteri continuarono la tradizione scritturale latina dell’ Impero romano d’Occidente.
La tradizione e lo stile dell’ Impero romano predominavano ancora, ma gradualmente emerse la cultura del libro medievale. I monaci irlandesi introdussero la spaziatura tra le parole nel VII secolo. L’innovazione fu poi adottata anche nei Paesi neolatini come l’Italia , anche se non divenne comune prima del XII secolo. Si ritiene che l’inserimento di spazi tra le parole abbia favorito il passaggio dalla lettura semi-vocalizzata a quella silenziosa. Prima dell’invenzione e della diffusione del torchio tipografico , quasi tutti i libri venivano copiati a mano, il che li rendeva costosi e relativamente rari.
I piccoli monasteri di solito possedevano al massimo qualche decina di libri, forse qualche centinaio quelli di medie dimensioni. Il processo della produzione di un libro era lungo e laborioso. Infine, il libro veniva rilegato dal rilegatore. Esistono testi scritti in rosso o addirittura in oro, e diversi colori venivano utilizzati per le miniature. A volte la pergamena era tutta di colore viola e il testo vi era scritto in oro o argento per esempio, il Codex Argenteus.
Per tutto l’Alto Medioevo i libri furono copiati prevalentemente nei monasteri, uno alla volta. Il sistema venne gestito da corporazioni laiche di cartolai , che produssero sia materiale religioso che profano. Questi libri furono chiamati libri catenati. Vedi illustrazione a margine. L’ ebraismo ha mantenuto in vita l’arte dello scriba fino ad oggi.
Anche gli arabi produssero e rilegarono libri durante il periodo medievale islamico , sviluppando tecniche avanzate di calligrafia araba , miniatura e legatoria. Col metodo di controllo, solo “gli autori potevano autorizzare le copie, e questo veniva fatto in riunioni pubbliche, in cui il copista leggeva il testo ad alta voce in presenza dell’autore, il quale poi la certificava come precisa”. In xilografia , un’immagine a bassorilievo di una pagina intera veniva intagliata su tavolette di legno, inchiostrata e usata per stampare le copie di quella pagina.
Questo metodo ebbe origine in Cina , durante la Dinastia Han prima del a. I monaci o altri che le scrivevano, venivano pagati profumatamente. I primi libri stampati, i singoli fogli e le immagini che furono creati prima del in Europa, sono noti come incunaboli. Folio 14 recto del Vergilius romanus che contiene un ritratto dell’autore Virgilio.
Da notare la libreria capsa , il leggio ed il testo scritto senza spazi in capitale libraria. Leggio con libri catenati , Biblioteca Malatestiana di Cesena. Incunabolo del XV secolo. Si noti la copertina lavorata, le borchie d’angolo e i morsetti. Insegnamenti scelti di saggi buddisti , il primo libro stampato con caratteri metallici mobili, Le macchine da stampa a vapore diventarono popolari nel XIX secolo.
Queste macchine potevano stampare 1 fogli l’ora, ma i tipografi erano in grado di impostare solo 2 lettere l’ora. Le macchine tipografiche monotipo e linotipo furono introdotte verso la fine del XIX secolo. Hart , la prima biblioteca di versioni elettroniche liberamente riproducibili di libri stampati. I libri a stampa sono prodotti stampando ciascuna imposizione tipografica su un foglio di carta.
Le varie segnature vengono rilegate per ottenere il volume. L’apertura delle pagine, specialmente nelle edizioni in brossura , era di solito lasciata al lettore fino agli anni sessanta del XX secolo , mentre ora le segnature vengono rifilate direttamente dalla tipografia. Nei libri antichi il formato dipende dal numero di piegature che il foglio subisce e, quindi, dal numero di carte e pagine stampate sul foglio. Le “carte di guardia”, o risguardi, o sguardie, sono le carte di apertura e chiusura del libro vero e proprio, che collegano materialmente il corpo del libro alla coperta o legatura.
Non facendo parte delle segnature , non sono mai contati come pagine.
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A volte la pergamena era tutta di colore viola e il testo vi era scritto in oro o argento per esempio, il Codex Argenteus. Per tutto l’Alto Medioevo i libri furono copiati prevalentemente nei monasteri, uno alla volta. Il sistema venne gestito da corporazioni laiche di cartolai , che produssero sia materiale religioso che profano. Questi libri furono chiamati libri catenati. Vedi illustrazione a margine.
L’ ebraismo ha mantenuto in vita l’arte dello scriba fino ad oggi. Anche gli arabi produssero e rilegarono libri durante il periodo medievale islamico , sviluppando tecniche avanzate di calligrafia araba , miniatura e legatoria.
Col metodo di controllo, solo “gli autori potevano autorizzare le copie, e questo veniva fatto in riunioni pubbliche, in cui il copista leggeva il testo ad alta voce in presenza dell’autore, il quale poi la certificava come precisa”. In xilografia , un’immagine a bassorilievo di una pagina intera veniva intagliata su tavolette di legno, inchiostrata e usata per stampare le copie di quella pagina.
Questo metodo ebbe origine in Cina , durante la Dinastia Han prima del a. I monaci o altri che le scrivevano, venivano pagati profumatamente. I primi libri stampati, i singoli fogli e le immagini che furono creati prima del in Europa, sono noti come incunaboli.
Folio 14 recto del Vergilius romanus che contiene un ritratto dell’autore Virgilio. Da notare la libreria capsa , il leggio ed il testo scritto senza spazi in capitale libraria. Leggio con libri catenati , Biblioteca Malatestiana di Cesena. Incunabolo del XV secolo. Si noti la copertina lavorata, le borchie d’angolo e i morsetti.
Insegnamenti scelti di saggi buddisti , il primo libro stampato con caratteri metallici mobili, Le macchine da stampa a vapore diventarono popolari nel XIX secolo. Queste macchine potevano stampare 1 fogli l’ora, ma i tipografi erano in grado di impostare solo 2 lettere l’ora. Le macchine tipografiche monotipo e linotipo furono introdotte verso la fine del XIX secolo. Hart , la prima biblioteca di versioni elettroniche liberamente riproducibili di libri stampati.
I libri a stampa sono prodotti stampando ciascuna imposizione tipografica su un foglio di carta. Le varie segnature vengono rilegate per ottenere il volume. L’apertura delle pagine, specialmente nelle edizioni in brossura , era di solito lasciata al lettore fino agli anni sessanta del XX secolo , mentre ora le segnature vengono rifilate direttamente dalla tipografia.
Nei libri antichi il formato dipende dal numero di piegature che il foglio subisce e, quindi, dal numero di carte e pagine stampate sul foglio. Le “carte di guardia”, o risguardi, o sguardie, sono le carte di apertura e chiusura del libro vero e proprio, che collegano materialmente il corpo del libro alla coperta o legatura.
Non facendo parte delle segnature , non sono mai contati come pagine. Si chiama “controguardia” la carta che viene incollata su ciascun “contropiatto” la parte interna del “piatto” della coperta, permettendone il definitivo ancoraggio.
Le sguardie sono solitamente di carta diversa da quella dell’interno del volume e possono essere bianche, colorate o decorate con motivi di fantasia nei libri antichi erano marmorizzate. Il colophon o colofone, che chiude il volume, riporta le informazioni essenziali sullo stampatore e sul luogo e la data di stampa. In origine nei manoscritti era costituito dalla firma o subscriptio del copista o dello scriba, e riportava data, luogo e autore del testo; in seguito fu la formula conclusiva dei libri stampati nel XV e XVI secolo, che conteneva, talvolta in inchiostro rosso, il nome dello stampatore, luogo e data di stampa e l’ insegna dell’editore.
Sopravvive ancor oggi, soprattutto con la dicitura Finito di stampare. Nel libro antico poteva essere rivestita di svariati materiali: pergamena, cuoio, tela, carta e costituita in legno o cartone. Poteva essere decorata con impressioni a secco o dorature. Ciascuno dei due cartoni che costituiscono la copertina viene chiamato piatto. Nel XIX secolo la coperta acquista una prevalente funzione promozionale.
Ha caratterizzato a lungo l’editoria per l’infanzia e oggi, ricoperto da una “sovraccoperta”, costituisce il tratto caratteristico delle edizioni maggiori. Le “alette” o “bandelle” comunemente dette “risvolti di copertina” sono le piegature interne della copertina o della sovraccoperta vedi infra. Generalmente vengono utilizzate per una succinta introduzione al testo e per notizie biografiche essenziali sull’autore.
Di norma, riporta le indicazioni di titolo e autore. I libri con copertina cartonata in genere sono rivestiti da una “sovraccoperta”. Oltre al taglio “superiore” o di “testa” vi sono il taglio esterno, detto “davanti” o “concavo” , e il taglio inferiore, detto “piede”. I tagli possono essere al naturale, decorati o colorati in vario modo. In questi ultimi casi, si parla di “taglio colore”, nel passato usati per distinguere i libri religiosi o di valore dalla restante produzione editoriale, utilizzando una spugna imbevuta di inchiostri all’ anilina anni del XX secolo.
Riporta solitamente titolo, autore, e editore del libro. Sovente riporta un motto. Assente nel libro antico. I primi incunaboli e manoscritti non avevano il frontespizio, ma si aprivano con una carta bianca con funzione protettiva. Nel XVII secolo cede la parte decorativa all’ antiporta e vi compaiono le indicazioni di carattere pubblicitario riferite all’editore, un tempo riservate al colophon.
In epoca moderna, le illustrazioni e parte delle informazioni si sono trasferite sulla copertina o sulla sovraccoperta e altre informazioni nel verso del frontespizio. Nel libro antico i “nervi” sono i supporti di cucitura dei fascicoli. I nervi possono essere lasciati a vista e messi in evidenza attraverso la “staffilatura” , oppure nascosti in modo da ottenere un dorso liscio.
Nel libro moderno i nervi sono di norma finti, apposti per imitare l’estetica del libro antico e conferire importanza al libro. Se esse fanno parte integrante del testo sono chiamate illustrazioni. Esse hanno una numerazione di pagina distinta da quella del testo; vengono impresse su una carta speciale, quasi sempre una carta patinata.
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